Le soft skills sono un bene intangibile che l’uomo possiede. Ancor di più della conoscenza stessa. Sono quelle nostre caratteristiche che maggiormente vogliamo che entrino in evidenza quando ci affacciamo sul mercato del lavoro, perché non rappresentano altro che la nostra proiezione.

È il mercato del lavoro che richiede sempre di più persone già formate sotto questo punto di vista. Attenzione però a non confonderle con i valori personali e i tratti della nostra personalità, che restano aspetti che si consolidano una volta divenuti adulti; le skills, invece, esprimono una prestazione che noi andiamo a fornire. Potremmo quasi definirle “un allenamento intensivo”.

Come detto, all’interno del mercato del lavoro mondiale, l’asticella della concorrenza, e quindi della preparazione, si alza costantemente. È bene quindi che un individuo sia già “allenato” al momento del processo di recruiting e inserimento. Per questo motivo le soft skills sono al centro dell’attenzione dei professionisti della formazione e del reclutamento delle risorse umane e, di conseguenza, sono entrate nel linguaggio quotidiano, soprattutto in relazione alla ricerca del lavoro e al concetto di occupabilità.

Chi deve quindi preparare i nuovi lavoratori nel modo migliore, con in tasta queste “benedette” soft skills? La scuola superiore appare la risposta più scontata.

L’istituzione dei licei è del 1923 (Riforma Gentile) e da allora la struttura didattica è rimasta pressoché immutata, salvo le modifiche che riguardano l’insegnamento delle lingue classiche e l’inserimento dell’educazione civica e dell’educazione stradale, ed il processo di sperimentazione adottato da molti licei negli ultimi decenni, dopo la nuova riforma. Sono però pochi quegli istituti che preparano davvero la persona a 360 gradi.

Tra i pochi a farlo da quarant’anni c’è il Liceo Scientifico Milano FAES, da sempre impegnato nella formazione dell’individuo tout court,nell’ambito delle soft skills. Qui insegnare al liceo materie scientifiche non significa solamente numeri e calcoli ma introdurre gli studenti all’esercizio della razionalità e all’uso della logica, senza tuttavia mai prescindere dalla interazione umana, presupposto fondamentale affinchè materie tanto impegnative siano affrontate con piacere, senza che l’allievo sviluppi avversità e ostilità, maturando la convinzione di non avere i presupposti e le capacità per questo genere di studi, tanto importanti ai nostri tempi.