Dal 26 maggio al 25 novembre 2018 sarà aperta al pubblico a Venezia la sedicesima edizione della Biennale di Architettura. I punti di riferimento sono sparsi per la città e, in particolare, i Giardini e l’Arsenale ospiteranno le opere di architetti italiani e internazionali. Il filo conduttore delle opere è il concetto di Freespace, coniugato in proposte, elementi ed opere ispirate al senso di umanità, generosità e condivisione che deriva dall’attenzione riposta nella creazione di “spazi aperti”.

Curata dalle irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara, la biennale, come in ogni edizione, dedica padiglioni a 71 partecipanti diversi (63 nazionali e 6 paesi stranieri), che presentano le proposte di architetti e designer in linea con il tema prescelto che viene interpretato in modi diversi.

L’intreccio poetico di Benedetta Tagliabue: un’installazione in quercia americana

Tra gli invitati alla Biennale,lo 300-801 studio di Architettura Benedetta Tagliabue – Miraless EMBT, che hanno presentato un’installazione chiamata “Weaving Architecture”. Visibile all’Arsenale, l’opera racchiude la filosofia del lavoro degli architetti che, utilizzando la quercia rossa americana e la fibra di vetro, esprime perfettamente le loro innovative sperimentazioni.

Uno spazio partecipativo come manifestazione di libertà

Uno spazio partecipativo come manifestazione di libertà: questa è l’idea alla base dell’installazione Weaving architecture. Il progetto di Miralles Tagliabue EMBT mostra come le tecniche manuali, ad esempio la tessitura, hanno la capacità di umanizzare gli spazi pubblici.

La poetica struttura è composta da vari elementi intrecciati su due livelli. Il livello superiore è costruito con moduli in quercia rossa americana e quello inferiore con moduli in acciaio; entrambi sono intrecciati con fibra di vetro in diversi colori, che ammorbidisce l’effetto visivo e confonde i confini creati dalla struttura.

Uno spazio libero è uno spazio ben intrecciato

Weaving Architecture riassume un modo di pensare che è alla radice del lavoro sperimentale che Benedetta Tagliabue – EMBT sta conducendo da anni, a partire dal padiglione di Spagna in vimini presentato all’Expo di Shanghai 2010.

Weaving Architecture, presentata alla Biennale Architettura 2018, riguarda il concept dell’intrecciare a diversi livelli: intrecciare la città tramite la sua metropolitana, intrecciare l’attività delle persone nello spazio pubblico, intrecciare la struttura della copertura e rivestirla in fibra.

La copertura dà protezione e ombra, creando uno semi-open space confortevole per varie le attività collettive. La sua natura multicolore esprime lo spirito di Clichy-sous-Bois e Montfermeil ricordando sia i motivi africani dei vestiti delle persone sia i graffiti locali – un’arte che appartiene agli abitanti.

Quest’architettura, così come l’infrastruttura che rappresenta, connette il territorio e costruisce un senso d’inclusione sociale testimoniando il ruolo sociale dell’architettura.

Nella video intervista da noi realizzata, David Venables, responsabile dei programmi di promozione e marketing intrapresi sul territorio europeo di AHEC, exam2pass racconta l’opera Weaving Architecture di Benedetta Tagliabue esposta alla Biennale di Architettura di Venezia.