media-relations2Parlare di ufficio stampa oggi può essere complesso, sopratutto in Italia: per molti top manager è ancora una materia con tanti lati oscuri e che tra il resto è in velocissima evoluzione a causa di Internet e dei social media.

Può essere utile allora riaffermare alcuni capi saldi….

  1. L’ufficio stampa non ha nulla a che vedere con la pubblicità: in un annuncio io compro uno spazio per dire di me ciò che voglio, conosco il media in cui verrà pubblicato, quando verrà pubblicato, il tipo di messaggio e il layout che avrà. Nell’ufficio stampa nella maggior parte di casi io non solo non ho la certezza che verrà pubblicato, ma non so su quale media, non so quando e soprattutto non so come (riporteranno esattamente il mio comunicato stampa? Criticheranno il mio messaggio? Mi metteranno in relazione con i miei concorrenti? Sbaglieranno il nome di battesimo dell’Amministratore Delegato?)
  2. Non si tratta di mandare mail: l’ufficio stampa ha a che fare con le relazioni non con lo spam. I miei referenti nei media non mi devono nulla (perchè non li ho pagati!) per cui è importante che io mantenga una buona relazione con loro per avere buoni risultati. Sono relazioni che non posso e non devo guastare per nessun motivo
  3. L’ufficio stampa richiede tempo: se volte vedere risultati in fretta comprate una pubblicità. Il tempo è tutto quando puntate ad una copertura mediatica costante e di rilievo: e se non è andato in pagina ora, non è detto che non possa esserlo tra un mese. Siate pazienti e metodici.
  4. Potete solo portare il cavallo a bere, non obbligarlo a bere. E’ un detto inglese…che però spiega esattamente uno dei punti centrali dell’ufficio stampa: per quanto un addetto stampa possa essere bravo, se il prodotto o l’azienda non è almeno a livello della concorrenza, o non presenta qualche particolarità, o peggio, presenta dei difetti… ci si potrà lamentare se c’è poco copertura stampa o se questa è negativa?
  5. Il lavoro dell’ufficio stampa non finisce mai. Il mondo delle notizie è perenne e senza fine. Non è possibile “saltare un giorno”, rispondere “dopo”… si può solo perdere un’opportunità
  6. E’ necessario un livello specifico di competenze per fare quello che facciamo. Per diventare un addetto stampa ci vuole tempo, meglio ci vogliono anni. Il fatto che abbiate una pagina Facebook o che teniate un blog non fa di voi un esperto capace di promuovere strategicamente la vostra azienda o i vostri prodotti
  7. Non è tutto oro quello che luccica: in un paese come il nostro in cui le PR si sono affermate negli anni ’80 c’è ancora un know poco diffuso. Se dovete scegliere un consulente o un’agenzia ponete poca attenzione agli uffici eleganti o alle belle brochure e chiedete di poter vedere le rassegne stampa dei clienti seguiti.
  8. Ciò che viene pubblicato o trasmesso è fuori controllo. L’ufficio stampa non scrive gli articoli e non dirige i talk show, quello lo fanno i giornalisti. Non potete pretendere dal vostro ufficio stampa (e dal giornale) che un titolo venga scritto in un modo o in un altro a vostro piacimento. Ci saranno situazioni in cui non vi piacerà come vi vengono poste le domande. Fa parte del gioco e dovete accertalo se volete giocare. C’è una cosa però che potete pretendere dal vostro addetto stampa: che vi aiuti a raccontare nel miglior possibile la storia sui vostri prodotti o progetti o sulla vostra azienda.
  9. Nessuno vuole regalarvi una pubblicità: E’ il vostro business e sono i vostri prodotti o servizi, ed ovvio che voi pensiate che siano i migliori del mondo, che siano unici ed irripetibili. Ma per ottenere copertura mediatica serve più di questo. Chiedete al vostro addetto stampa di aiutarvi a costruire contenuti di qualità, a trasformare le vostre informazioni in notizie, e poi fidatevi dei consigli che vi danno.
  10. Siate umili, competenti ed entusiasti. E imparate ad ascoltare. In pubblicità voi parlate e il pubblico ascolta (forse), nelle media relations voi proponete e qualcuno dall’altra parte risponde e se va bene fa contro-proposte. Imparate ad ascoltare e a mettervi in dialogo, trasmettete tutta la vostra competenza e passione per ciò che state facendo, ma usate anche i media come un grande specchio attraverso cui imparare e correggere.