Parlare di ufficio stampa oggi può essere complesso, sopratutto in Italia: per molti top manager è ancora una materia con tanti lati oscuri e che tra il resto è in velocissima evoluzione a causa di Internet e dei social media.
Può essere utile allora riaffermare alcuni capi saldi….
- L’ufficio stampa non ha nulla a che vedere con la pubblicità: in un annuncio io compro uno spazio per dire di me ciò che voglio, conosco il media in cui verrà pubblicato, quando verrà pubblicato, il tipo di messaggio e il layout che avrà. Nell’ufficio stampa nella maggior parte di casi io non solo non ho la certezza che verrà pubblicato, ma non so su quale media, non so quando e soprattutto non so come (riporteranno esattamente il mio comunicato stampa? Criticheranno il mio messaggio? Mi metteranno in relazione con i miei concorrenti? Sbaglieranno il nome di battesimo dell’Amministratore Delegato?)
- Non si tratta di mandare mail: l’ufficio stampa ha a che fare con le relazioni non con lo spam. I miei referenti nei media non mi devono nulla (perchè non li ho pagati!) per cui è importante che io mantenga una buona relazione con loro per avere buoni risultati. Sono relazioni che non posso e non devo guastare per nessun motivo
- L’ufficio stampa richiede tempo: se volte vedere risultati in fretta comprate una pubblicità. Il tempo è tutto quando puntate ad una copertura mediatica costante e di rilievo: e se non è andato in pagina ora, non è detto che non possa esserlo tra un mese. Siate pazienti e metodici.
- Potete solo portare il cavallo a bere, non obbligarlo a bere. E’ un detto inglese…che però spiega esattamente uno dei punti centrali dell’ufficio stampa: per quanto un addetto stampa possa essere bravo, se il prodotto o l’azienda non è almeno a livello della concorrenza, o non presenta qualche particolarità, o peggio, presenta dei difetti… ci si potrà lamentare se c’è poco copertura stampa o se questa è negativa?
- Il lavoro dell’ufficio stampa non finisce mai. Il mondo delle notizie è perenne e senza fine. Non è possibile “saltare un giorno”, rispondere “dopo”… si può solo perdere un’opportunità
- E’ necessario un livello specifico di competenze per fare quello che facciamo. Per diventare un addetto stampa ci vuole tempo, meglio ci vogliono anni. Il fatto che abbiate una pagina Facebook o che teniate un blog non fa di voi un esperto capace di promuovere strategicamente la vostra azienda o i vostri prodotti
- Non è tutto oro quello che luccica: in un paese come il nostro in cui le PR si sono affermate negli anni ’80 c’è ancora un know poco diffuso. Se dovete scegliere un consulente o un’agenzia ponete poca attenzione agli uffici eleganti o alle belle brochure e chiedete di poter vedere le rassegne stampa dei clienti seguiti.
- Ciò che viene pubblicato o trasmesso è fuori controllo. L’ufficio stampa non scrive gli articoli e non dirige i talk show, quello lo fanno i giornalisti. Non potete pretendere dal vostro ufficio stampa (e dal giornale) che un titolo venga scritto in un modo o in un altro a vostro piacimento. Ci saranno situazioni in cui non vi piacerà come vi vengono poste le domande. Fa parte del gioco e dovete accertalo se volete giocare. C’è una cosa però che potete pretendere dal vostro addetto stampa: che vi aiuti a raccontare nel miglior possibile la storia sui vostri prodotti o progetti o sulla vostra azienda.
- Nessuno vuole regalarvi una pubblicità: E’ il vostro business e sono i vostri prodotti o servizi, ed ovvio che voi pensiate che siano i migliori del mondo, che siano unici ed irripetibili. Ma per ottenere copertura mediatica serve più di questo. Chiedete al vostro addetto stampa di aiutarvi a costruire contenuti di qualità, a trasformare le vostre informazioni in notizie, e poi fidatevi dei consigli che vi danno.
- Siate umili, competenti ed entusiasti. E imparate ad ascoltare. In pubblicità voi parlate e il pubblico ascolta (forse), nelle media relations voi proponete e qualcuno dall’altra parte risponde e se va bene fa contro-proposte. Imparate ad ascoltare e a mettervi in dialogo, trasmettete tutta la vostra competenza e passione per ciò che state facendo, ma usate anche i media come un grande specchio attraverso cui imparare e correggere.