Il 2018 è l’anno in cui Internet spegnerà 30 candeline in Europa. Trent’anni fa, infatti, Stoccolma venne connessa al National Science Foundation Network, la prima infrastruttura Internet nata negli Stati uniti. Come per ogni anniversario che si rispetti, è tempo di bilanci e previsioni per il futuro.
Internet ha cambiato le nostre vite, entrando a farne parte giorno dopo giorno, in maniera sempre più pervasiva. È cambiato il modo in cui ci informiamo, in cui facciamo la spesa, prenotiamo un volo per un paese lontano o un tavolo al ristorante.
Lo sviluppo tecnologico e digitale ha cambiato anche il panorama dei media che, grazie ad esso, è in continua evoluzione e continuerà a cambiare nel tempo. È lo sviluppo tecnologico a dettare il passo con cui i brand e le aziende devono interagire con i media. Essere presenti nel mondo digitale ormai è essenziale non solo per rispondere alle esigenze di consumatori e lettori, ma anche per tenere il passo con il ciclo delle notizie. Non è più possibile permettersi di restare indietro, e per farlo, è necessario essere social e digital.
In trent’anni di vita la Rete ha dunque aperto le porte di un nuovo mondo fatto di grandi opportunità per brand e imprese e i cui trend devono essere monitorati con attenzione per saperne cogliere le potenzialità. In particolare, in questi primi mesi del 2018, è possibile identificare i principali trend che la digital transformation avrà in tema di media relations:
1. Farsi notare con contenuti di qualità
Facebook, Twitter, Instagram, Facebook e LinkedIn si aggiungono ai nuovi media come territori sui quali farsi notare dai consumatori. Le opportunità di pubblicazione di contenuti si moltiplicano, è importante però che questi siano di qualità e con degli obiettivi ben precisi. In questo modo il successo è garantito!
2. L’evoluzione dell’influencer marketing
L’influencer marketing ormai è diventato parte della quotidianità dell’attività di media relations. I brand devono però lavorare attentamente sviluppando relazioni uniche ed esclusive che possano risuonare nel pubblico di riferimento. L’accento deve sempre essere posto sulla qualità e non sulla quantità anche nelle relazioni con gli influencer. La credibilità è tutto.
3. Il potere dei video
Grazie alla configurazione attuale del panorama mediatico, i marchi hanno la possibilità di connettersi tramite video sia attraverso i propri canali di marca che attraverso gli influencer. Avere una biblioteca visiva da cui poter attingere è una risorsa indispensabile per coinvolgere i consumatori che prediligono sempre più immagini e video alle parole.
4. Più connessione spontanea e dal vivo
I social media sono in continua evoluzione, e l’accessibilità delle opzioni di streaming in diretta come Periscope, Facebook Live, Snapchat Live, Blab, e molti altri mezzi, consentono ai marchi di connettersi con il proprio pubblico in tempo reale. Non è necessario essere su tutti i canali, ma si dovrebbero considerare solo quei canali che hanno senso per il proprio brand e per ciò che vuole comunicare.
5. Paid vs Earned Media
Il confine tra paid e earned media è sempre più labile. Infatti, vi è un sempre maggiore offuscamento delle linee di demarcazione tra contenuto editoriale e pubblicità. L’approccio del collocamento retribuito è infatti sempre più comune e genera un grande dibattito nell’industria delle PR che, da una parte, vedono coloro che ritengano sia una grande opportunità e, dall’altra coloro che resistono a questo cambiamento.
6. Intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale ha il grande potere di automatizzare alcune delle più importanti funzioni delle relazioni pubbliche. Per questo motivo, diventa indispensabile per qualunque impresa accedere a strumenti di data science per essere competitiva. Machine learning e intelligenza artificiale dovrebbero dunque rendere le relazioni pubbliche più facili in quanto consentono di prevedere gli interessi e i bisogni dei clienti, così come l’identificazione di potenziali situazioni di crisi.