Che la pubblicità classica stia perdendo la propria capacità di influenzare è sotto gli occhi di tutti. Sempre più spesso gli annunci vengono ignorati, quasi gli utenti abbiano sviluppato una sorta di memoria selettiva, capace di annullare ogni ricordo legato ad un’immagine o ad una scritta non appena il cervello la classifichi come “ADV”.

E’ però un po’ impressionante, anche per un operatore di settore, vedere i dati di crescita dell’uso dei software che sono in grado di bloccare annunci pubblicitari online: a rivelarlo è un rapporto realizzato da  Adobe che ha monitorato gli andamenti degli ultimi anni in Italia ed Europa.

Solo qualche dato per dare la dimensione del 300-430 exam dumps fenomeno che potrebbe drasticamente modificare le politiche di pianificazione degli investimenti in marketing:

  • Negli USA lo scorso anno l’uso di software per bloccare annunci pubblicitari è cresciuto del 48% toccando quota 45 milioni di utenti attivi mensilmente nel secondo trimestre del 2015 e coinvolgendo il 16% dei navigatori internet degli Stati Uniti
  • In Europa l’utilizzo di sistemi di blocco ad è cresciuto del 35% nel corso del 2015, arrivando a 77 milioni di utenti attivi nei secondi 3 mesi dell’anno.
  • Globalmente il numero di persone che utilizzano un software per il blocco degli annunci pubblicitari cresce del 41% di anno in anno e non ci sono dati che possano far pensare che tale crescita rallenti
  • Il fenomeno coinvolge anche i device mobili: il rilascio di iOS9, avvenuto nell’inverno 2015, potrà cambiare l’attuale situazione, perché permetterà agli utenti di installare facilmente sistemi di blocchi adv scaricandoli dall’App Store.

ad blocking

Come funzionano i sistemi di blocco degli annunci pubblicitari

Le applicazioni o le estensioni per blocchi degli annunci pubblicitari, per browser, per VPN (Rete Virtuale Privata) per DNS (sistema dei nomi a dominio) agiscono “difendendo” i browser web da tutti i server pubblicitari conosciuti.

La maggior parte delle pubblicità vengono bloccate da estensioni per i diversi browser che l’utente finale installa autonomamente. Il database dei server per 300-430 exam dumps blocchi pubblicitari sono curati da un’ampia e diffusa community open-source. (*da un largo e diffuso numero di produttori di software libero)

Le più note estensioni di blocco advertising sono “Adblock Plus” e “AdBlock”. Una volta installate, queste estensione bloccano automaticamente gli annunci in tutti i siti web e sono efficaci contro qualsiasi tipo di annuncio.

Utilizzo di sistemi di blocco di annunci pubblicitari in Europa
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Come detto il fenomeno è decisamente in crescita anche in Europa, dove l’uso di  questi software è cresciuto del 35% nel corso del 2015, ma anche in Italia sta prendendo piede: nel 2015 erano infatti utilizzati già dal 12% degli utenti e il trend conferma uno sviluppo costante di adozione.

I risultati

  • Nel Regno Unito l’utilizzo di software per il blocco della pubblicità è cresciuto dell’82% nello scorso anno, raggiungendo 12 milioni di utenti mensili attivi nel Q2 del 2015, circa il 20,3% della popolazione che naviga sul web
  • I sistemi di blocco degli annunci in Germania sono utilizzati da 18 milioni di utenti attivi, ovvero il 24,7%

 

Un cambio di strategia epocale: W il Content Marketing

Il messaggio ci pare chiaro…. Occorre prendere atto che il mondo è cambiato e che il paradigma dell’ “interruption marketing” , tipico della pubblicità, di cui parla Godin sta per essere definitivamente abbandonato.

L’avvento dei social media, in cui gli utenti hanno imparato ad essere non più solo “ascoltatori” passivi ma attori del processo di comunicazione, e la tecnologia che permette ai clienti di scegliere se e come accettare una “relazione” con le aziende sta obbligando le imprese a passitdump rivedere completamente i propri modelli e le proprie strategie di marketing.

E’ la rivincita del modello delle public relations, che si basa sulla capacità di ascolto e di dialogo, sullo sforzo di creare processi di comunicazione trasparenti, di sviluppare contenuti di qualità che vengono presi in considerazione perché creano vero valore aggiunto per l’interlocutore: divertono, aiutano, aumentano il livello di conoscenza, fanno riflettere.

Nell’arco dei prossimi 5 anni le aziende, grandi e piccole, dovranno investire molto di più in progetti di content marketing, sviluppando piani editoriali strutturati e targettizzati, contenuti testuali e video di altissima qualità, magari dirottando le risorse una volta dedicate all’ADV.

 

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