Spesso ci capita conoscendo il manager di un’azienda, possibile nuova cliente, che ci chiedano chi conosciamo “che conta” e se saremo in grado di portare la loro azienda sui maggiori quotidiani o in TV.

In genere rispondiamo sempre nello stesso modo: ci sono molti motivi per finire in prima pagina sul Corriere o menzionati in un TG ma a dire il vero molto spesso non sono situazioni piacevoli.

Il punto, di fatto, non è dove si arriva ma come ci si arriva: un’uscita sporadica, magari frutto di un favore o di una comunicazione ad effetto ma priva di profondità, non porta reali vantaggi. In genere è già positivo se non porta danni (di posizionamento, di messaggio, ecc.)

Quello che è fondamentale è costruire una reputazione “consistente” che rispecchi valori e attività che sono realmente presenti e che porta un brand o un manager ad essere considerato attendibile e ricco di significato e valore per il pubblico.

Per questo la case history di Rubner e di Deborah Zani è così preziosa per noi per raccontare come si costruisce e valorizza un brand.

Per 3 anni al fianco delle diverse aziende del gruppo (Rubner Haus, Rubner Holzbau, holzius, Rubner Porte) e della corporate abbiamo collaborato alla costruzione mattone dopo mattone (o forse dovremmo dire trave dopo trave, pannello dopo pannello)  della credibilità e della brand awarness del brand Rubner.

Nel 2020 abbiamo ritenuto che il tempo fosse maturo per fare qualcosa di più: il mercato dell’edilizia stava iniziando a dare segni concreti di apertura, l’Unione Europea attraverso i suoi massimi rappresentanti e le più alte cariche dei maggiori Stati e delle maggiori istituzioni, pur nel ciclone della pandemia, non avevano smesso di considerare il tema della sostenibilità come prioritario. Rubner aveva molto da dire su questo e una pubblicità o un seminario rivolto ad un gruppo di architetti illuminati non bastava  più.

Un libro sulla sostenibilità e il profitto

Nel 2020 abbiamo così proposto la realizzazione di un libro sulla sostenibilità che attraverso la firma dell’amministratore delegato di Rubner Haus, Deborah Zani, permettesse al gruppo di raccontare la propria visione del mondo.

Nel realizzare il libro “Sostenibilità e profitto. Il binomio del successo nel prossimo futuro” l’obiettivo non è stato quello di celebrare le molte cose incredibili realizzate da Rubner in 90 anni di storia (palazzi anche di 16 piani in legno, grandi strutture come aeroporti o capannoni, case chiavi in mano, ville realizzate senza chiodi e senza colle), ma di trasmettere una nuova visione dell’edilizia.

“La sostenibilità in azienda non è più una scelta”, ha affermato Deborah Zani, “ma il fattore che più di ogni altro influenzerà la competitività nei prossimi trent’anni. I manager più accorti hanno capito che la sostenibilità non contrasta con i tradizionali obiettivi di profitto, anzi è una grande opportunità. La decisione tra poco non sarà più una scelta di campo ma di sopravvivenza”.

Perchè siamo arrivati in prima pagina

Per realizzare il libro abbiamo definito con il cliente il modello (la realizzazione di un insieme di interviste a personaggi che a diverso titolo potessero commentare un’angolatura specifica del tema), individuato un curatore di livello Maria Chiara Voci, un editore come Mondadori Electa che ci garantisse qualità e diffusione e un disegnatore iconico per le illustrazioni come Nicolo Canova.

Protagonista fondamentale del progetto editoriale insieme all’azienda è stato l’amministratore delegato di Rubner Haus Deborah Zani che ha saputo con questo libro trasmettere tutta la passione per ciò che fa e ciò in cui crede e che non si è limitata a interrogarsi sulla sostenibilità, ma ha dato vita a un vero e proprio percorso in azienda che farà da pilota a tutto il gruppo. “La sostenibilità non è democratica sottolinea Deborah Zani, ceo di Rubner Haus – è una responsabilità di cui devono farsi carico in primis i first mover: sono le aziende leader di mercato che devono portare avanti politiche di sviluppo sociale e ambientale a partire da una riorganizzazione interna e dall’integrazione di nuove figure professionali fino al supporto alla riorganizzazione della filiera. Dal canto suo, il legislatore dovrebbe definire regole precise ma a maglie larghe che possano poi essere interpretate e adattate ai vari settori, e sanzioni serie per chi fa greenwashing.”

Durante la preparazione del libro abbiamo iniziato una serie di collaborazioni con i maggiori media italiani per focalizzare l’attenzione sul tema, tra cui una campagna su Life Gate e all’uscita del libro a settembre, al lancio stampa, si è affiancato il coinvolgimento di Deborah Zani in diversi talk quali i Green Table di Perugia organizzati da Andrea Margaritelli (Gruppo Margaritelli – Listone Giordano, già cliente DAG in passato per la comunicazione corporate) e i Green Talks organizzati da RCS.

Ed ecco quindi che vedere Deborah Zani in prima pagina su Corriere Economia ci onora, ci rende pieni d’orgoglio e ci conferma che se si ha il coraggio di investire su un lavoro di medio periodo, mettendo mezzi, competenze e passione, i risultati arrivano.

Questo è ciò in cui crediamo e per cui lavoriamo tutti i giorni al fianco dei nostri clienti.

 

 

 

ll gruppo Rubner

Nato a Chienes, in provincia di Bolzano, da una segheria ad acqua, il Gruppo Rubner è una realtà di cui è difficile non innamorarsi (e per DAG è stato amore a prima vista): i prodotti spaziano da pannelli a tre strati, legno lamellare, finestre, porte, fino ai grandi edifici o case mono e bifamiliari rigorosamente in legno e chiavi in mano, un tema certamente avvincente e attuale che però fino a pochi anni fa combatteva con una cultura del cemento e del mattone pesantemente radicata in Italia.

La sfida delle costruzioni in legno

L’edilizia in legno ha tanti pregi: è antisismica, decisamente più green, ha cantieri più rapidi e più puliti, ma soprattutto offre una qualità di vita completamente diversa, estremamente più salubre. Semplicemente però in Italia fino a qualche tempo fa era poco considerata e arroccata in falsi miti.

L’obiettivo che ci siamo dati con Rubner, la famiglia che oltre ad essere proprietaria dell’azienda è anche coinvolta nella gestione, e i manager che oggi indirizzano le diverse aziende è stato quello di trasformare questa percezione valorizzando i benefici del vivere e lavorare in una costruzione in legno. A vantaggio del benessere di persone e pianeta.