La Cina è stato l’unico paese che nel 2020 ha mantenuto una crescita economica nonostante la pandemia, con un valore pari al +2,3% e con un incremento del 18,3% nel primo trimestre 2021. In questo contesto DAG Communication, agenzia di comunicazione multisettoriale con una profonda esperienza nel comparto food & beverage, annuncia l’apertura della propria controllata DAG China, con sede a Shanghai. Un team dedicato si occuperà della comunicazione corporate e di prodotto per le aziende del settore vinicolo e alimentari italiane che già operano in Cina o che puntano a entrare in questo grande mercato.
DAG Communication negli ultimi anni ha già assistito oltre 15 società italiane ed europee nella realizzazione di progetti di comunicazione in Cina. Attraverso lo studio dei principali trend nel mercato cinese e grazie all’esperienza di un team qualificato madrelingua cinese, DAG realizza una strategia di comunicazione ad hoc per ogni settore, declinandola sui rispettivi canali social e trovando lo story angle più adatto secondo il target di riferimento.
“Siamo molto orgogliosi di festeggiare quest’importante traguardo. L’apertura di una controllata cinese consolida la nostra vocazione internazionale e volontà di rappresentare le eccellenze del Made in Italy nel mondo”, ha commentato Elena Guzzella, fondatrice e Amministratore Delegato di DAG Communication. “Comunicare per una società italiana in un mercato di difficile penetrazione come la Cina non è semplice, ma una corretta strategia e un’agenzia di comunicazione con i ‘piedi nei due continenti’ possono aprire le porte a enormi potenzialità. Occorre creatività, ma anche molte competenze e la possibilità di usufruire di un team multiculturale in grado di coniugare le esigenze di un’azienda occidentale con un pubblico dalla mentalità spesso molto differente”.
L’agroalimentare italiano in Cina
La Cina rappresenta già oggi un mercato chiave per il settore agroalimentare e vitivinicolo italiano. Questo settore è infatti tra i più apprezzati del Made in Italy e, secondo quanto emerge dall’analisi Coldiretti, il volume di prodotti italiani esportati verso la Cina è cresciuto del 130% dal febbraio 2020 al febbraio 2021. Le aziende italiane possono trarre beneficio dalla forte awareness di cui gode il Made in Italy e promuovere la vendita di prodotti in un contesto in cui per il consumatore cinese non esiste grande differenza tra piattaforme e-commerce e social media. È fondamentale però valorizzare i propri brand e prodotti con una comunicazione adeguata e senza snaturare la propria identità di marca. Fra 1,4 miliardi di abitanti cinesi, sono circa 400 milioni i consumatori nella fascia middle-class potenzialmente interessati ai prodotti italiani.
Il potenziale è enorme: ad esempio, in occasione del Single Day Festival di novembre scorso, le imprese italiane hanno totalizzato in un solo giorno vendite per 400 milioni di euro sulle piattaforme online di Alibaba. Inoltre, secondo le stime di eMarketer, la Cina dovrebbe diventare nel 2021 il primo paese al mondo in cui l’e-commerce supererà il 50% del totale di vendite al dettaglio.
Vino, pasta e riso tra i segmenti più performanti
Uno dei segmenti che mostra una grande potenzialità è il vino: secondo i dati Federvini diffusi nel giugno 2021, la domanda di vino italiano da parte del mercato cinese registra un boom del +98%. Ad oggi, l’Italia è diventata il terzo Paese fornitore in Cina. Altri segmenti all’interno del comparto in cui emergono interessanti prospettive di crescita sono quelli della pasta e, sorprendentemente, del riso da risotto che beneficerà del recente accordo commerciale siglato tra i due paesi.
Perché le aziende occidentali non possono fare a meno di WeChat
Aprire un account aziendale WeChat è la prima cosa che un’azienda occidentale dovrebbe pensare di fare nel momento in cui decidesse di voler anche solo esplorare il mercato cinese: in Cina se non sei su WeChat praticamente non esisti.
I siti web (spesso non facili da consultare causa firewall) e persino le e-mail sono sempre meno usati in Cina.
La comunicazione in Cina passa di fatto tutta da WeChat e l’83% della popolazione lo utilizza quotidianamente: a livello business invece di utilizzare le e-mail è ormai normale mandare messaggi scritti o vocali alle singole persone su WeChat o a chat di gruppo, aggiungendo documenti, video, immagini; gli utenti finali, d’altro canto, cercano su WeChat informazioni sui prodotti e sulle aziende, prenotano servizi che variano dal pranzo al taxi, acquistano e pagano attraverso WePay.
Ma aprire un account su WeChat o sugli altri social cinesi (Weibo, Redbook, Douyin/TikTok) per un’azienda italiana non residente di Cina può essere tutt’altro che facile e men che meno economico: “Per questo abbiamo deciso di sviluppare questa nuova divisione dell’agenzia”, ha aggiunto Rita Haung, Managing Director di DAG China. “Il nostro obiettivo è rendere semplice e accessibile l’accesso a questi canali che in Cina sono strategici. Il lavoro di questi anni al fianco di aziende del settore del design, della moda, del food&beverage, del turismo e della meccanica e gli ottimi risultati ottenuti ci hanno confermato che è un servizio essenziale e a grande valore aggiunto per il Made in Italy”.
Sono 2 milioni le famiglie cinesi con un patrimonio di 1,5 milioni di dollari
Oltre ad aver incrementato la crescita economica lo scorso anno, nel 2021 la Cina ha superato gli Stati Uniti per numero di miliardari (pari a 1.058, +259 rispetto al 2020). Secondo un recente rapporto realizzato dall’Hurun Research Institute, sono più di 2 milioni le famiglie cinesi che hanno un patrimonio di oltre 1,5 milioni di dollari americani (mentre in Italia sono 400.000 e, a differenza di quelle asiatiche, non mostrano un trend di crescita).
L’ampio gruppo di famiglie benestanti in Cina sta già contribuendo costantemente alla crescita economica del Paese. Il rapporto Hurun indica che le famiglie con più di 1 milione di dollari americani hanno speso 3 trilioni di yuan in totale lo scorso anno, il che significa che lo 0,3% della popolazione totale cinese ha creato il 3% del PIL cinese nel 2020. Queste famiglie rappresentano una “garanzia” anche per il made in Italy: il mercato dei consumi cinese continuerà a fiorire in futuro nonostante l’impatto pandemico o eventuali fluttuazioni esterne. Secondo il rapporto, in circa tre-cinque anni si vedrà in modo evidente come l’andamento dei consumi sarà guidato da tali nuclei familiari; inoltre, circa 78 trilioni di yuan passeranno alla generazione successiva nei prossimi 30 anni.